Supponiamo che una persona abbia una malattia cronica o un problema che si trascina da anni. Se qualcuno le chiedesse se desidera cambiare, trasformare quella condizione, direbbe sicuramente:
“Certo non vedo l’ora, farei qualsiasi cosa per poterlo fare!”.
Ma cambiare è solo una questione di volontà, di impegno, di sforzo?
E poi.. vi è mai capitato di cambiare lavoro, partner … e poi ritrovarvi nelle stesse dinamiche da cui avete cercato di allontanarvi? E ancora … vi è mai successo di desiderare, anche decidere una trasformazione in una direzione e contemporaneamente sentire dentro di voi qualcosa che “tira nel verso opposto”?
O anche … di avere l’occasione che attendevate da tempo e avere così paura di sperimentarla, da non coglierla al volo e lasciarla passare?
C'era una volta una ragazza, una quattordicenne spenta, con gli occhi vuoti, appannati, che sembravano non vedere la realtà di fronte a lei, una "sfortunata", sorella più giovane di tre figli, di cui due maschi, che un giorno aveva trovato il coraggio di raccontare alla madre, che stranamente per anni anni non se n'era accorta, che subiva violenza dai maschi di casa: padre e fratelli. La madre l'aveva guardata incredula e le aveva intimato di smettere di raccontare bugie, di inventare storie per mettersi al centro dell'attenzione. Aveva provato a protestare e allora le era stato detto che erano sicuramente incubi, che scambiava per realtà. Aveva quindi smesso di parlare, si era chiusa nel suo dolore, sentendosi sola ed isolata. Un giorno a scuola, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, durante un dibattito in classe, le lacrime avevano cominciato a sgorgarle, in un pianto irrefrenabile. Nel colloquio con un insegnante, che era seguito, aveva confessato, senza manifestare emozioni, violenze subite per anni, dal padre, che avrebbe dovuto proteggerla e che fino a un certo punto aveva rappresentato il suo eroe e il suo modello; dai fratelli, poco più grandi di lei, che la costringevano, minacciando di spiarla, fotografarla nuda e fare vedere le immagini agli amici; di essere stata lasciata sola dalla madre, che non aveva accolto il suo grido d'aiuto, ricacciandoglielo in gola con la sua incredulità.
Finalmente qualcuno l'aveva ascoltata e con la sua denuncia le aveva permesso di uscire fisicamente da quella tristissima condizione, solo fisicamente però, in quanto psicologicamente era rimasta inchiodata alle stesse dinamiche, alla posizione di vittima, in cui era cresciuta e conosceva bene. Ruolo che aveva inconsapevolmente continuato a giocare, per molto tempo nelle relazioni con l'altro sesso, quasi fosse condannata a una riproduzione senza fine. Perché, anche se conosceva bene quella sofferenza e per sottrarsi aveva perso la relazione con la sua famiglia e talvolta si sentiva sola al mondo e sradicata, si ritrovava sempre ad essere attratta da ragazzi, poi uomini, che all'inizio apparivano avvolgenti, affettuosi, seriamente interessati a lei e poi, quando l'avevano "irretita", scopriva essere del tutto simili agli uomini della sua infanzia?
E gli occhi già spenti, diventavano vitrei e la speranza di poter cambiare la sua condizione sempre più irrealizzabile. Ma perché era così sfortunata? Già l'infanzia non era stata generosa con lei… Perché tanto dolore? Cosa aveva fatto di male?
Nulla!
Solo continuava a recitare l'unica parte che conosceva, che aveva appreso fin dalla tenera età, che aveva bisogno di co-protagonisti per potersi giocare e permettere la rappresentazione. Sempre lo stesso odioso spettacolo, coerente con l'immagine di se stessa, che si proiettava verso l'esterno, influenzata da quello che aveva imparato e sperimentato nella sua vita e da come le altre persone si erano comportate nei suoi confronti.
Erano stati necessari anni di terapia, per capire che era inutile cambiare partner, guardare all'esterno, sperando di incontrare finalmente l'uomo giusto, nella schiera degli uomini sbagliati e che il cambiamento si sarebbe realizzato, quando la sua trasformazione le avrebbe permesso di attirare situazioni diverse.
La terapia le aveva consentito di vedere che inconsciamente si considerava una persona priva di valore, che non meritava nulla e che questa era una credenza che lentamente si era infiltrata profondamente nella sua vita e l’aveva annichilita, chiusa al mondo, Questa credenza nociva, ingiusta nei suoi confronti, poteva essere superata, staccata da sé, andando a quella bambina che era stata portata a credere di essere uno straccio consunto, che tutti possono usare e, passo, a passo aiutarla a cambiare decisione.
Sostituire la credenza con una contraria come per esempio: “sono una persona che ha valore, che può migliorare ogni giorno”.
Normalmente si separano le credenze dai comportamenti, dalle emozioni, dalle convinzioni, dagli stati mentali, dai giudizi, in realtà le credenze sono giudizi, attaccamenti, Occorre analizzare le credenze dal punto di vista della vita e chiedersi: questa credenza mi dà benessere, forza, energia, vitalità, oppure mi deprime, mi crea conflitti interiori? E se sono in conflitto, le parti dentro di me sono frantumate e si muovono in direzioni diverse le une rispetto alle altre, provocandomi malessere e tossicità e togliendomi l’energia per cambiare.
L’autore di best-seller Gregg Braden ci insegna che la rete energetica, che collega tutto, risponde alle istruzioni dei nostri pensieri e delle credenze. Tutte le cose dell'universo hanno la loro frequenza, vale a dire la propria firma energetica e irradiano energia, che dipende dal particolare stato vitale in cui si trovano. Questo vale anche per ciascuno dei nostri pensieri, sentimenti e convinzioni, che comunicano con la rete quantistica, con la propria frequenza. Questo campo energetico agisce come una sorta di realtà specchio: siamo parte di questo campo e qualsiasi esperienza facciamo è ciò che la nostra coscienza riflette verso di noi, cioè l'energia che emettiamo è la stessa energia che ci torna indietro nella nostra vita. Il campo risponde ai nostri pensieri e sentimenti, con l' invio di situazioni e persone che sono in corrispondenza vibrazionale con noi. Questo significa che dobbiamo prima di tutto cambiare modo di pensare, se vogliamo incontrare un diverso riflesso all'esterno.
Tutto ciò che è nel nostro mondo "risuona con noi", questo fenomeno in fisica quantistica è definito scambio di energia tra due cose, un'esperienza a due vie, che permette a qualcosa di entrare in equilibrio, di sincronizzarsi, di entrare in sintonia con qualcos'altro.
Ecco perché si attirano sempre le stesse situazioni e il cambiamento delle condizioni esterne dipende dal nostro cambiamento. Un cambiamento profondo delle nostre convinzioni, dei nostri schemi di pensiero, dell'immagine che abbiamo di noi e di quella che gli altri ci rimandano. Un cambiamento che parte dal contattare parti infantili di noi, le paure, il senso di inadeguatezza, il non credere di meritare qualcosa di diverso. Un cambiamento che richiede anche la disponibilità di uscire dalle strade battute, per esplorare territori sconosciuti, con tutti i rischi che ciò comporta.
Abbandonare quello che so di me, lasciar andare l’attaccamento al passato , per poter avere un’altra esperienza di me, di noi e del mondo. Aprirsi al nuovo, lasciar morire parti di me, per permettere la nascita di altre, morire a un linguaggio che deprime la nostra energia, la limita, per emergere in un nuovo linguaggio che, a partire dalla rivoluzione del cuore di ognuno di noi, porti a un rinnovamento culturale, alla profezia di un’altra umanità, a una svolta nella storia mia e del mondo.
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