Pochi giorni fa mi è capitato di ascoltare un’intervista fatta da Byoblu (link qui) a due medici: Alberto Donzelli (medico specialista in igiene preventiva e scienza dell’alimentazione) e Antonino Frustagia (geriatra, gerontologo e cardiologo), che hanno parlato di alimentazione e attività fisica. Il loro intervento, molto in linea con i principi a cui si ispirano i miei consigli alimentari, è stato anticipato da un servizio su cibo e bambini, che fa riferimento a ricerche che testimoniano come si stiano diffondendo, anche in questa fascia di età, abitudini alimentari tutt’altro che sane, che compromettono la salute psicofisica.
I medici citati affermano che patologie cardiologiche, tumori, depressioni solitamente vengono affrontati con farmaci e integratori, con tutti gli effetti collaterali che questo comporta, oltre all’assuefazione, nonostante il fatto che già nel 2009 erano comparsi studi che arrivavano alla conclusione che a un’alimentazione mediterranea, ricca di verdura, frutta, frutta secca oleosa, cereali integrali, pesce, era associata una riduzione della depressione, mentre ad un aumento della stessa una dieta carica di prodotti animali e derivati, in particolare latticini, zuccheri, bevande zuccherate, snack salati. Nel 2019 altri studi hanno mostrato come una dieta mediterranea, associata all’assunzione di curcuma e cannella, riduca i sintomi depressivi. Mentre altri ancora hanno consentito di stabilire che l’aumento di peso e’ uno dei fattori di rischio della depressione.
A partire da queste evidenze occorre quindi dare priorità ai fattori più importanti: l’alimentazione, l’attività fisica, la riduzione dell’esposizione a schermi (Pc, Smartphone…).
La dieta mediterranea, consigliata come sana e curativa, comporta un 80% di prodotti vegetali e un 20% di prodotti animali e derivati; gli alimenti principali utilizzati sono quelli dei nostri nonni: cereali, verdura, frutta secca, frutta fresca, semi oleaginosi, olio evo, che è anche un antiaggregante piastrinico, pesce 3v la settimana, 2 uova la settimana, yogurt o kefir di latte (lattofermentati ricchi di probiotici e poveri di lattosio e galattosio), pane integrale o multi cereali. Molta enfasi viene data alla fibra e al germe: farina integrale, farina di tipo 1 o 2. Limitate al massimo, fino ad eliminare, le bevande zuccherate o zero, che sono realizzate con zuccheri sintetici, che non aiutano il dimagrimento. Nel corso dell’intervista si parla anche del caffè, facendo riferimento alla frequenza cardiaca e alla pressione, rispetto a cui, la risposta è soggettiva e di cui, a dosi limitate, il consumo non è problematico e addirittura benefico in caso di diabete e problemi di fegato.
Per quanto riguarda l’attività fisica, anch’essa contrasta la depressione e l’ansia, oltre a promuovere la salute fisica.
Gli italiani sono molto sedentari, il 30% totalmente, soprattutto nelle regioni meridionali. Alcuni studi hanno associato il benessere e addirittura la felicità all’attività fisica.
Viene affrontato anche l’utilizzo di dispositivi digitali, soprattutto l’esposizione passiva ad essi, spiegando che essa ha un impatto particolarmente negativo sulla perdita di apprendimento, sulla dipendenza e sulle scelte che vengono indotte dai messaggi che vengono trasmessi, che spesso stimolano l’uso e l’abuso di farmaci.
Si fa cenno anche all’alimentazione spesso somministrata negli ospedali e nelle strutture per anziani, definendola tutt’altro che sana, per la delega ad aziende esterne.
Si conclude che la responsabilità del medico è interrogare il paziente sullo stile di vita e fare un cammino di accompagnamento, cosa spesso trascurata in quanto i medici sono spesso ignoranti sull’alimentazione, in quanto non è previsto nel loro piano di studi l’obbligo di esami su questo argomento.
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