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Percorsi di counseling e mediazione

Rivolti a persone singole, coppie, famiglie, gruppi, per sostenerli nel raggiungere obiettivi, affrontare momenti di difficoltà, conflitti (interni alla persona, familiari, lavorativi, aziendali, scolastici, condominiali).

Il ciclo della vita implica continui cambiamenti, momenti di passaggio in cui si impone la necessità di trovare nuovi equilibri. In presenza di malattie, lutti, problemi lavorativi, scolastici, difficoltà nella relazione con il partner, con i figli, con la famiglia di origine, separazioni … la fatica aumenta. Spesso riposizionarsi non è semplice, permettere alla vita di fluire non è sempre facile. Si tende a resistere, a voler restare uguali, a desiderare di tornare come prima… Un “prima” che non esiste più, con tutto il disagio che ne può derivare. Il counselor e il mediatore svolgono il ruolo di guide esperte di coppie, famiglie, singoli, gruppi, aziende, organizzazioni scolastiche nel cammino, spesso non facile, ma sicuramente necessario, per … uscire a riveder le stelle!

Cos’è il counseling

Il counseling è una professione di aiuto, che si configura come un intervento breve, strutturato e circoscritto nel tempo (6-10 incontri). Il counseling attiva le risorse dell’individuo nella ricerca di strade e strumenti per fronteggiare meglio la sua realtà di vita, in un momento particolarmente problematico e in futuro. La persona, a partire dalle difficoltà che porta, che nel percorso si trasformano in motori per far emergere nuove possibilità, viene aiutata a diventare soggetto attivo, disposto ad esplorare e praticare possibili soluzioni.

A differenza della psicoterapia non si occupa di problemi legati alla psicopatologia, ma del disagio provocato dalla complessità del ciclo della vita. La persona viene portata a confrontarsi con gli aspetti di normalità connessi al problema presentato: non si parla né di diagnosi, né di terapia, né di patologia, si fa leva sulle componenti sane, sulla spinta al benessere. Alla base del counseling vi è la ferma convinzione che il cliente sia il maggior esperto di se stesso e del suo problema, il portatore di tutto il potenziale necessario per affrontarlo e risolverlo, il principale protagonista del suo processo di sviluppo personale.

Il counselor non si limita a prendere in esame la situazione personale del cliente, ma tiene conto delle relazioni familiari, dell’ambiente di lavoro, delle relazioni significative (i sistemi), che influenzano sia la situazione problematica del cliente, sia la sua possibilità di scegliere e mettere in atto soluzioni e cambiamenti.

Per molti anni questo tipo di intervento professionale è stato quasi ignorato in Italia, mentre era molto diffuso negli Stati Uniti, in Inghilterra e in molti Paesi Europei, attualmente, il fatto di concentrarsi su obiettivi specifici ed essere un percorso breve, sta facilitando la sua diffusione anche in Italia.

Caratteristiche del counseling:

  • Professionalità: l’intervento di counseling viene svolto esclusivamente da professionisti formati e aggiornati costantemente, attraverso la partecipazione a seminari e supervisioni;
  • Specificità: l’intervento di counseling viene proposto e avviato soltanto se il cliente non richiede una psicoterapia, o comunque se il counselor ritiene di poter concordare con il cliente un obiettivo raggiungibile con questo tipo di percorso;
  • Normalità: il counseling parte dall’ipotesi che i momenti di difficoltà e di crisi facciano parte della normalità della vita e che sia utile mettere a disposizione di chi si sente in difficoltà, interventi che sostengano e rilancino la sua normale capacità di risposta. 
  • Gradualità: l’intervento parte da una prima definizione della situazione problematica individuata dal cliente e si sviluppa per tappe, che vengono ogni volta concordate e definite, in modo da permettere al professionista e al cliente di valutare costantemente gli esiti dell’intervento e la sua reale efficacia.

Esempi di percorsi di counseling individuali e di gruppo

Come già anticipato, il counseling sostiene la famiglia e gli individui che ne fanno parte, con le molteplici e differenti esigenze e criticità che esprimono, nelle diverse fasi del ciclo di vita: maternità, diventare genitori, l’educazione dei figli (il guidarli, ma anche lasciarli sperimentare), l’adolescenza, il nido vuoto, la malattia, l’invecchiamento, la perdita di un componente, la crisi della coppia o di uno dei due. Una problematica che sempre più frequentemente sta diventando oggetto di attenzione del counselor è l’infertilità, che spesso dà luogo a senso di inadeguatezza, talvolta addirittura a sensi di colpa e colpevolizzazioni reciproche, determinando sofferenza individuale e di coppia. Il non accettare l’impossibilità di avere figli naturalmente, può indirizzare verso percorsi di maternità assistita, che mettono a dura prova il corpo e la psiche della donna.  Essere accompagnati nell’affrontare le problematiche legate all’infertilità, può rappresentare un’occasione preziosa per trasformare il vissuto nei confronti dell’esperienza che si sta vivendo, che per molti ha potenzialità fortemente distruttive.

Anche i giovani e i giovanissimi, sempre più frequentemente sofferenti e disorientati, possono beneficiare di un percorso di counseling, che permette loro di ri-orientarsi, ritrovare la fiducia, riconoscere i loro talenti e soddisfare i compiti di crescita, a cui sono chiamati. Altre volte alcuni incontri con la coppia genitoriale, possono rivelarsi preziosi per individuare strategie comuni, utili nel sostenere i loro figli.

Cos’è la mediazione

La mediazione è un intervento specialistico che si realizza in un tempo breve (8-10 incontri) in situazioni di crisi e conflitto tra le parti, siano esse individui, gruppi, aziende, sia in ambito privato, che giudiziario. Durante la mediazione il conflitto viene affrontato ed elaborato con le parti, con l’obiettivo di raggiungere un accordo reale e duraturo.

Il riferimento teorico che guida l’intervento è l'approccio sistemico relazionale, che propone una lettura dinamica ed evolutiva del conflitto relazionale nei differenti contesti in cui si sviluppa: familiare, scolastico, istituzionale, aziendale, comunitario, interculturale, penale, adeguando la pratica della mediazione alle peculiarità dei singoli contesti ed alle specifiche narrazioni che ruotano intorno al tema del conflitto.

Cos’è la mediazione familiare

La mediazione familiare è un percorso di aiuto nei casi di cessazione di un rapporto di coppia a qualsiasi titolo costituito o di conflitti parentali, che implichino aspetti emotivo-relazionali; ha carattere volontario, sollecitato dalle parti, finalizzato alla riorganizzazione delle relazioni familiari ed in particolare al raggiungimento di accordi concreti e duraturi, concernenti l’affidamento e l’educazione dei minori, gli aspetti economici e patrimoniali e tutto quanto previsto dalla normativa vigente in tema di separazione e divorzio.

Il mediatore familiare è un professionista terzo, imparziale, qualificato, con una formazione specifica, che opera su richiesta dei clienti, nella garanzia del segreto professionale, in autonomia dal circuito giuridico e nel rispetto del principio di volontarietà, per facilitare il processo di comunicazione all’interno della famiglia, il mantenimento della comune responsabilità genitoriale, nonché il processo di scambio tra le generazioni, messo in crisi dall’evento separativo. A tal fine, egli utilizza le proprie competenze specifiche per costruire un’esperienza relazionale significativa in un clima di fiducia, sostegno e cooperazione, ponendo al centro del percorso di aiuto i bisogni e gli interessi di tutte le persone coinvolte nell’accordo, in particolare dei figli; accompagna la coppia in separazione nella ricerca di soluzioni comuni, al di fuori dell’ottica del vincitore e del vinto.

Il percorso è finalizzato alla realizzazione di un “contratto”, un progetto non imposto, ma negoziato, scelto dai partecipanti: un accordo così definito aumenta la possibilità di essere mantenuto nel tempo, con la consapevolezza che è possibile separarsi bene e superare la crisi in modo positivo, perché proiettati verso il futuro.

Se è già in corso un procedimento giudiziario, la coppia è invitata ad una “tregua legale”, in quanto il contenzioso viene momentaneamente sospeso. L'avvocato interverrà in una fase successiva al percorso di mediazione, quando i partner avranno raggiunto un “patto d'intesa”, dando veste legale all'accordo stesso.

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